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Il musicista clinico Silvia Maserati ci introduce al ruolo dell'arpaterapia nel progetto Scriversi con Cura.

Sabato 28 novembre il primo incontro di Scriversi con Cura, progetto che Insieme per l’Hospice di Magenta ODV realizzerà in sinergia con gli enti sanitari territoriali, e che prevede cicli di incontri gratuiti per tutto il 2021. Il progetto, a sostegno dei caregiver, nasce dalla consapevolezza del ruolo terapeutico della scrittura e delle arti per il benessere personale. 

“È un bisogno fondamentale dell’essere umano esprimere le proprie emozioni e i propri desideri e ricercare il senso delle esperienze che gli accadono. Tutto ciò che non riusciamo ad esprimere viene infatti spesso somatizzato dal corpo, che si ammala. L’espressione personale contribuisce invece al mantenimento di una vita serena e in salute”, ci spiega la dott.ssa Elena Cristina.

IO e lo Specchio è una serie animata legata al progetto "Scriversi con Cura" che vuole ripercorrere lo stato mentale cui può essere soggetta la persona che soffre di sovraccarico emotivo e quanto la scrittura e le arti possano aiutare a ricreare la propria immagine e la propria storia

È un bisogno fondamentale dell’essere umano esprimere le proprie emozioni e desideri e soddisfare la ricerca di senso delle esperienze che gli accadono. Ciò che non riusciamo ad esprimere viene infatti spesso somatizzato dal corpo, che si ammala. L’espressione personale contribuisce invece al mantenimento di una vita serena e in salute” (D.ssa E. Cristina).

 Proporre un sistema (filosofico, teologico, etico) sulla morte è forse una follia. Esso fa parte di quel processo di mercificazione e reificazione delle idee che Kierkegaard, in Timore e Tremore, condannava sotto il suo pseudonimo di Johannes Silentio.E il silenzio è quello che si è perso in un’epoca in cui si mira sempre di più a proporre modelli normativi cercando invano di addomesticare fenomeni complessi come quelli che riguardano l’eutanasia, l’accanimento terapeutico, l’aborto, ecc.

Dal 3 ottobre iniziative in tutta Italia promosse dalla Fondazione ISAL. Fabio De Luigi è il testimonial della campagna 2020. Sabato 24 ottobre l’evento speciale al Palacongressi di Rimini in occasione dei 10 anni della legge n.38/10.

 Quanto sono grandi l’amore e il bene che possiamo provare per qualcuno (qualsiasi sia il tipo di relazione con questa persona)? E cosa possono portarci a fare?
Le relazioni con le altre persone, e i legami di affetto riempiono le nostre vite di tutti i giorni e danno loro valore. È come se ogni persona fosse avvolta in una rete di relazioni più o meno forti, e il suo agire influenzasse l’equilibrio di questa rete.

Mentre Cura stava attraversando un certo fiume, vide del fango argilloso. Lo raccolse pensosa e cominciò a dargli forma. Ora, mentre stava riflettendo su ciò che aveva fatto, si avvicinò Giove. Cura gli chiese di dare lo spirito di vita a ciò che aveva fatto e Giove acconsentì volentieri. Ma quando Cura pretese di imporre il suo nome a ciò che aveva fatto, Giove glielo proibì e volle che fosse imposto il proprio nome. Mentre Giove e Cura disputavano sul nome, intervenne anche Terra, reclamando che a ciò che era stato fatto fosse imposto il proprio nome, perché essa, la Terra, gli aveva dato il proprio corpo.

“L’essenza di ogni crisi, al di là delle diverse possibili cause scatenanti, consiste semplicemente nell’incapacità di trascendere le condizioni in cui stiamo vivendo” ¹

Marcin Fabianski, filosofo e storico dell’arte, alla ricerca di un po’ di pace dagli affanni della routine quotidiana, decide di dirigersi in Asia, dove, grazie a delle esperienze meditative presso un monastero buddista, inizia finalmente a respirare la tranquillità d’animo agognata.

Ogni volta che ritorna, però, rimane sconcertato dal ripresentarsi dello stato di turbamento iniziale, così lontano dalla pace che credeva di aver conquistato. Fare i conti con le piccole fatiche quotidiane, il computer che non funziona, la coda interminabile.. le relazioni tra colleghi al lavoro, è sufficiente per fargli perdere lo stato raggiunto. Inizia così ad interrogarsi: come portare la serenità sperimentata, così tangibile nelle sue esperienze orientali, nella vita di tutti i giorni senza andare ogni volta fino in Asia?

 Qual è il senso della mia vita? Perché c’è la morte e cosa ci sarà dopo? Che senso ha la sofferenza e perché vivere se si deve morire? Come posso vivere bene il mio tempo?

Veniamo al mondo immersi in domande relative alla nostra esistenza. Momenti di fragilità, difficoltà economica, dolore, malattia, ma anche piccoli fatti della vita quotidiana ci toccano e “non ci danno pace”.

Tutto quello che “abbiamo” ha la possibilità di non essere più nostro, che sia un bene o un legame profondo, come “quando un figlio adolescente cresce e chiede di separarsi da noi, facendoci sentire magari fragili e un po’ più vecchi. (..)” o quando con “qualcuno che amiamo e con cui il futuro sembrava tracciato e certo, e invece, d’improvviso e di nuovo, il futuro ritorna ignoto e insicuro”[1].

Rubrica filosofica a cura di Stefania Balzarotti

In questa rubrica mi propongo di fornire dei piccoli spunti di riflessione, affidandomi a racconti di esperienze di vita e a contributi filosofici e letterari. Gli spunti corrispondono ad una mia stessa interrogazione e ricerca personale, e vogliono perciò aprire alla domanda e al dialogo, invitando il lettore alla ricerca di un suo punto di vista. Intendo accompagnare il lettore a porsi domande sull’esistenza umana, sulla ricerca di senso, sulla morte, le relazioni, e tutto ciò che il nostro stare al mondo ci invita a pensare.

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